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RAPPORTO ASSALCO ZOOMARK

Pet food e pet care: comparto resiliente, ma l'IVA va ridotta

Pet food e pet care: comparto resiliente, ma l'IVA va ridotta
Questa mattina, presso Bologna Fiere si è svolta la presentazione dei dati del Rapporto Assalco-Zoomark 2023 alla presenza del Presidente di Assalco, Giorgio Massoni, del Presidente di ANMVI, Marco Melosi, di Simona Correale di Osservatorio Immagine e di Paolo Garro di Circana. Focus principale dei commenti è stata l’importanza di riclassificare nell’aliquota IVA ridotta del 10% il pet food e le prestazioni veterinarie. Il supporto dell'On Michela Vittoria Brambilla: "Esenzione totale per microchip, vaccini e sterilizzazione".

Un proficuo confronto ha animato questa mattina la presentazione dei dati del Rapporto Assalco – Zoomark 2023, nell’ambito del Convegno inaugurale di Zoomark International presso BolognaFiere. Alla presentazione, moderata da Cristina Lazzati, hanno preso parte Giorgio Massoni (Presidente di Assalco), Marco Melosi, (Presidente di ANMVI), Simona Correale (Osservatorio Immagine), Paolo Garro (Circana).

Focus principale del confronto è stata la valutazione dell’importanza di riclassificare i prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia e le prestazioni veterinarie nell’aliquota IVA ridotta del 10%, anziché far permanere questi prodotti e servizi - essenziali per i proprietari - nello stesso scaglione IVA dei beni di lusso. Si è anche valorizzato l’importante lavoro svolto dal Ministero della Salute per l’imminente avvio della nuova anagrafe nazionale che permetterà di avere dati certi sulla popolazione degli animali da compagnia. Apprezzato dai convenuti anche il recente riconoscimento legislativo dei benefici della relazione con gli animali d’affezione in famiglia e in società.

Riduzione dell'Aliquota IVA - Il Ministero dell’Economia sta lavorando ad una riforma fiscale molto innovativa, che prevede una radicale revisione delle aliquote IVA. I presenti hanno indicato chiaramente la necessità di considerare, nell’ambito delle riduzioni, anche gli alimenti per animali da compagnia e le prestazioni veterinarie, ovvero beni e prodotti che, in occasione del lockdown da Covid-19, sono stati dichiarati essenziali.
Tutti gli attori, che hanno preso parte alla mattina di lavori, hanno chiesto di correggere la disparità fiscale fra le famiglie italiane con animali da compagnia e quelle di altri Paesi dell’Unione europea. Infatti, quando acquistano alimenti per animali da compagnia, le famiglie italiane sono gravate da un’aliquota IVA 3 volte superiore rispetto quella a cui sono assoggettate le famiglie tedesche. La richiesta corale emersa oggi è che gli alimenti per animali da compagnia siano assoggettati all’aliquota IVA ridotta al 10%. Da correggere anche il trattamento fiscale delle prestazioni veterinarie. Corale la richiesta di collocarle nell’aliquota IVA agevolata (10%), al pari dei medicinali veterinari, ma anche di riconoscere l’esenzione dall’IVA per alcune prestazioni veterinarie corrispondenti ad obblighi di legge (come l’identificazione e la registrazione degli animali da compagnia), o riconducibili a politiche one health e di sanità pubblica, come le vaccinazioni veterinarie e la sterilizzazione per prevenire il randagismo. Tutte riforme, puntualizzano gli intervenuti, che devono essere realizzate salvaguardando la detraibilità fiscale delle spese veterinarie.

Ad ulteriore consolidamento di quanto emerso dalla tavola rotonda, le parole dell’On. Michela Vittoria Brambilla, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per i diritti degli animali: “In qualità di presidente dell’Intergruppo punterò certamente sull’esenzione totale per la microchippatura, prevista dalla legge, e per la sterilizzazione, strumento indispensabile per la lotta al randagismo e le vaccinazioni veterinarie che dovrebbero rientrare in qualsiasi programma di prevenzione “one health”. Infatti, la delega fiscale presentata dal governo e all’esame della Camera (si ipotizza che possa arrivare in aula a giugno) prevede, in relazione all’Iva, la ridefinizione dei presupposti dell’imposta in modo da renderli più aderenti alla normativa dell’Unione europea; la revisione della disciplina delle operazioni esenti; la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote. Al principio dell’”unica salute”, di uomini e animali, dobbiamo rifarci anche per evitare l’applicazione dell’aliquota ordinaria alle cure veterinarie e agli alimenti per animali da compagnia, tenendo conto che la “resilienza sanitaria” è, dopo la pandemia, una delle priorità politiche dichiarate dell’Unione europea. Inoltre, mi aspetto che si renda concreto l’impegno, assunto con il DDL anziani, a promuovere “percorsi e iniziative per il mantenimento, mediante l’attività sportiva e la relazione con animali di affezione, delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali” delle persone in età avanzata”. In generale, rilancerò la proposta di includere gli animali familiari nelle certificazioni anagrafiche: sono a tutti gli effetti membri della famiglia e come tali vanno trattati”


L'anagrafe nazionale degli animali da compagnia - Per stabilire politiche efficaci per gli animali da compagnia non si può prescindere dall’avere dati certi sulla numerosità delle singole specie in Italia. Le stime utilizzate sino ad oggi saranno presto sostituite da informazioni puntuali che, grazie al lavoro del Ministero della Salute insieme al Centro Nazionale Servizi dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, saranno registrate nel Sistema informativo Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC). Tale sistema garantirà la tracciabilità completa di tutte le specie d’affezione, contribuendo a contrastare il reato di abbandono, e sarà arricchito da informazioni aggiuntive per ogni animale, come particolari aspetti sanitari. “Siamo certi” – ha commentato Giorgio Massoni – “che lo sviluppo del SINAC, registrando una serie di informazioni sui pet e sui loro proprietari, favorirà la proprietà responsabile degli animali da compagnia. A nostro avviso, un ulteriore passo in avanti potrebbe essere quello dell’inserimento degli animali nello stato di famiglia e nel Censimento Istat, formalizzando così il rapporto uomo – pet e lo status degli animali d’affezione quali membri della famiglia a tutti gli effetti.”

Gli animali da compagnia fanno bene - Anche il Legislatore si dimostra consapevole degli effetti che gli animali d’affezione apportano ai loro compagni di vita, soprattutto se appartenenti a categorie fragili come i bambini e gli anziani. A riprova di ciò, recentemente il Parlamento ha impegnato il Governo Meloni ad attuare con propri decreti il principio legislativo che riconosce il ruolo degli animali da compagnia nell’invecchiamento attivo della popolazione.
“Sostenere con adeguate politiche fiscali la relazione con gli animali da compagnia è diventata una questione valoriale” - afferma Marco Melosi. “E’ sempre più difficile accettare una pressione fiscale che disconosce il ruolo sociale assunto dagli animali da compagnia e l’importanza di mantenerli in salute. Noi Medici Veterinari siamo testimoni ogni giorno di come un animale sano contribuisca alla salute dei nuclei familiari e alla salute pubblica. Ne beneficia anche la spesa pubblica- conclude Melosi con due esempi: la relazione con l’animale da compagnia previene alcune patologie negli anziani, mentre l’aumento di pet adottati riduce le spese di mantenimento dei canili”.

L’auspicio è che le evidenze raccolte durante la tavola rotonda siano il punto di partenza per una legislazione volta ad aiutare le famiglie che già vivono con un animale da compagnia e, in considerazione dei benefici prodotti dalla presenza degli animali d’affezione, ad incentivare nuove adozioni.

Rapporto Assalco-Zoomark 2023.pdf